L’è fora l’ors de la tana

Orso bruno Bormio Valtelina

Bormio è un paese abitato da mattacchioni, questa è cosa nota, dove anche le tradizioni più comuni vengono stravolte.

Per farvi un esempio pratico, il 6 gennaio è per tutti la ricorrenza della Santa Epifania, giorno in cui i Magi giunsero dal bimbo Gesù coi lori doni. A Bormio invece è il giorno del Gabinàt, uno scherzo che si pensa abbia origini teutoniche e che si basa sul dire la parola Gabinàt prima degli altri, quando ci si incontra per strada.

Una cosa simile accade il 2 febbraio di ogni anno, e viene chiamata L’è fora l’ors de la tana, traducibile in “l’orso è uscito dalla tana”. Lo scherzo ha origine molti secoli fa, e segue di un paio di giorni il tradizionale L’è fora geneiron (Se ne andato gennaio), che viene festeggiato il 31 gennaio con maschere e campanacci.

l'è fora geneiron

L’è fora geneiron (foto credit FotoLab)

La storia dietro questi scherzi è molto semplice: l’inverno è sempre stata una stagione poco produttiva dal punto di vista contadino, visto le rigide temperature che si toccano a Bormio. I ragazzi festeggiano la fine di gennaio come ideale fine dell’inverno e L’è fora l’ors de la tana è il simbolo di questa fine: l’orso – un tempo fiero abitante di queste zone – esce dal suo letargo proprio in questo periodo, per iniziare una nuova primavera.

Lo scherzo è molto semplice, come tutti quelli che hanno origine contadina: bisogna far uscire di casa – con una scusa qualsiasi – la persona a cui si vuol fare lo scherzo e poi, una volta colta di sorpresa, dirgli “l’è fora l’ors de la tana!”.

Non ci sono premi o pegni da pagare, solo semplice goliardia contadina.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *