Intervista a “coach Bizzo”

Stefano Bizzozero

Come tutte le estati, Bormio diventa uno dei luoghi più caldi del basket nostrano. Si è appena concluso il corso per allenatori e, in attesa del Valtellina Circuit, si stanno svolgendo le finali nazionali U14. Proprio in quest’ambito siamo riusciti a parlare con uno dei coach emergenti del panorama cestistico giovanile, Stefano Bizzozero della AJ Milano.

Quello che colpisce di Stefano è la grande disponibilità e la chiarezza con la quale esprime concetti spesso non facili da spiegare. Iniziamo ovviamente complimentandoci per il suo nuovo ruolo di Responsabile del Settore Giovanile dell’Olimpia, ufficializzato il 1 luglio 2013.

A Milano, al contrario di altre realtà – inizia coach Bizzo – investiamo sul lavoro e non sul reclutamento nazionale. Il nostro impegno e un territorio molto florido ci permettono di allestire squadre competitive. Cresciamo con tutto il movimento cittadino, soprattutto grazie alle società milanesi che lavorano in maniera ottima sul minibasket.

Il nuovo ruolo comporterà sicuramente più responsabilità a livello personale. “Vero, la società è molto attenta e stiamo portando avanti un progetto ottimo. Io proseguirò con U14 e U15 per un discorso di continuità, mentre U17 e U19 saranno allenate da Paolo Galbiati. Punteremo molto sulla costruzione di un percorso formativo individuale, calibrato su ogni ragazzo, che in questi anni ci ha consentito di mandare venti ragazzi nelle varie selezioni regionali e nazionali. L’obiettivo è quello di creare ottime persone e ottimi giocatori, le due cose sono imprescindibili per noi.

AL Milano U14

La squadra AJ Milano U14 2012/13

Coach Bizzozero è in corsa per vincere il suo secondo scudetto personale, dopo aver trionfato due anni fa con il gruppo U15, anche se vede “Venezia e Pesaro” come squadre favorite per la vittoria finale. Mostra sincera gioia però per la squadra U17 di coach Galbiati, fresca campione d’Italia. “Non eravamo la squadra coi giocatori più forti ma sicuramente eravamo il “gruppo” più forte, cementato negli anni. Navarini e Picarelli – che erano con me all’europeo lo scorso anno – sono giocatori fantastici, veri talenti. Ma non dimentichiamo i vari Restelli, Pastori, Vercesi… e neanche Colombo, Pecchia e Di Meco, che attualmente sono in ritiro con la U16 nazionale. Nel gruppo azzurro c’è anche Toffali, un ragazzo del 1998 che sta allenandosi con ragazzi di un anno più grandi.

Proprio la maglia azzurra è l’altro argomento da affrontare, visto il suo ruolo di vice allenatore di Antonio Bocchino. “Un’esperienza meravigliosa, ho collaborato negli anni con coach Bocchino e con coach Gebbia, come assistente allenatore, e questo mi ha permesso di confrontarmi con le migliori realtà europee. Non abbiamo il talento atletico dei francesi e neanche quello tecnico e fisico dei croati, ma credo che la nostra scuola sia tecnicamente di ottimo livello, pur pagando in maniera evidente il gap fisico. Il basket che vuole Capobianco è fatto di letture, con l’intenzione di creare giocatori pensanti, e mi trovo in perfetto accordo col suo metodo di lavoro.

La carriera di Stefano Bizzozero non è quella di un predestinato, ma di una persona che ha lavorato duro per essere dove è ora, ossia a fare “di una passione un lavoro”. Gli inizi però sono stati divisi tra pallacanestro e la laurea in psicologia del lavoro, collaborando con il Centro di Psicologia dello Sport di Sandro Gamba, una “persona di livello superiore, che mi ha insegnato moltissimo e che ancora oggi è aggiornata su ogni notizia del mondo cestistico.

Il lavoro come psicologo aziendale – fatto per anni – permette al coach di fare paragoni tra mondo del lavoro e dello sport, snocciolandoci questa perla “Una squadra forte è prima di tutto un gruppo solido. Lo sport va vissuto a livello formativo e l’azienda va vissuta come una squadra.

Chapeau.

Prima di chiudere chiediamo dei suoi piani futuri. “Ho collaborato per tre anni con la prima squadra, ringraziando Mario Fioretti, ma la mia priorità resta ovviamente il settore giovanile. Il mio obiettivo è stare in palestra e crescere, indipendentemente dalle categorie in cui riuscirò ad allenare, giovanili o senior.

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