Statuti di Bormio: mogli e buoi…

Statuti di Bormio foto magnifica terra

Tutti conoscono il detto popolare “mogli e buoi dei paesi tuoi”. A Bormio però questo detto è stato ampiamente messo in pratica, soprattutto ai tempi in cui vigevano le leggi degli Statuti di Bormio.

Le donne a Bormio sono sempre state viste come gemme preziose, da conservare con cura, per questo i forestieri – ma non solo! – che venivano a cercare moglie nella Magnifica Terra non erano visti di buon occhio. Per ovviare a questo problema venne istituita la famosa “Serra”, codificata nell’articolo 56 degli Statuti di Bormio.

Nessuno, bormino o forestiero, potrà prelevare o condurre fuori dal territorio di Bormio una donna di qualunque ceto, maritata o nubile, abitante o dimorante nel territorio stesso… questo sotto la pena di cinque lire per ogni donna e ogni volta; l’ammenda andrà per intero a vantaggio del Comune.”

Questa incredibile, ai nostri giorni, tassa si basava sul mantenere la popolazione nel proprio territorio di origine, evitando lo sfollamento in massa. Non potevi pagare? E allora rimanevi dove eri, considerando il fatto che negli Statuti di Bormio non si parla di moglie, ma di ogni singola donna: figlie, sorelle e suocere, che magari si sarebbe lasciate volentieri indietro.

Lo sposo che volesse prelevare la sua donna e portarla fuori da Bormio doveva concordare questa tassa con il capitano della gioventù che, una volta accertato il pagamento, provvedeva a salutare la coppia con un discorso goliardico e a tagliare il simbolico nastro che vincolava i novelli sposi a Bormio.

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