2 Novembre, la Commemorazione dei defunti nella tradizione di Bormio

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Oggi, 2 novembre, è il giorno della Commemorazione dei defunti, giorno in cui i fedeli della Chiesa cattolica si dedicano al ricordo dei loro cari trapassati. Nonostante sia di origine bizantina, questa giornata è molto sentita in Italia, dove molte persone si dedicano al cosiddetto giro dei cimiteri.

Anche nella tradizione di Bormio, e in generale nell’Alta Valtellina, il culto dei morti era molto sentito, visto il grosso potere che aveva la Chiesa. I defunti erano invocati come aiuto contro le sfortune della vita con frasi come un De profundis ai pòr mòrt perké i me giùten (Un De profundis ai poveri morti perché mi aiutino). I molti casi queste invocazioni erano fatte per garantire la guarigione non di cristiani ma bensì di bestie da pascolo.

Quando si avvicinava il giorno della Commemorazione dei defunti, il 1 Novembre – la séjra dei sant – si teneva disponibile in cucina un vaso pieno d’acqua pulita. La credenza popolare immaginava che durante la notte i morti sarebbero arrivati a visitare la casa dove un tempo dimoravano e, assetati per il lungo viaggio, l’avrebbero bevuta; addirittura, in alcune abitazioni, si usava preparare vere e proprie cene alle quali anche i morti avrebbero partecipato. In alcuni casi i ragazzi andavano – la vigilia del dì dei mort – a cercare la karità per i pòr mòrt, raccogliendo castagne lesse o ballotte.

L’ultima tradizione di Bormio legata al 2 novembre è di tipo meteorologico, con questo detto dialettale.

Se i mort i végnen ko i pè bagnà
i kamìnen ko i pè sciùt

Vi lascio con questo piccolo quesito: provate a capirne il significato! Chiunque ci riesca può scriverlo nei commenti a fine articolo!

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