Alta Valtellina Trophy, ecco come è andata.

Alta Valtellina Trophy 2013

Grande successo di pubblico e di partecipanti nell’edizione 2013 dell’Alta Valtellina Trophy, la ventiduesima edizione in assoluto di questa competizione di short track internazionale. Sentiamo qualche opinione da parte del maestro Adelio Antonioli, allenatore che ha cresciuto tantissimi talenti che hanno poi vestito la maglia azzurra.

La manifestazione è stata, come sempre, di alto livello. Peccato per l’assenza dei principali protagonisti della scena italiana che, inseguendo il sogno olimpico di Sochi, sono in ritiro con la nazionale. Abbiamo comunque visto rappresentative di altissimo livello come la Russia, la Germania e l’Olanda. Anche la scelta di aggiungere un giorno – quattro al posto dei tradizionali tre – è stata un’ottima idea, diluendo le gare e semplificando il lavoro dei giudici.

A parte il dominio della Russia, anche i colori della Bormio Ghiaccio si sono distinti. “Siamo andati molto bene nella categoria Novice, sia maschile che femminile. Luca Spechenhauser ha vinto la gara mentre Elisa Confortola e Viola Depiazza hanno occupato i due gradini più bassi del podio. Brava è stata anche Nicole Martinelli, ce ha chiuso al secondo posto nella categoria B femminile, e Marco Giordano.

In tutta la gioia per l’ennesimo successo dell’Alta Valtellina Trophy Adelio Antonioli trova il tempo anche per un pensiero allo sfortunato Mark Chong, giovanissimo atleta australiano che da ormai tre anni difende i colori della Bormio Ghiaccio. “Mi dispiace molto per lui, aveva appena centrato il tempo per andare ai mondiali junior con la sua nazionale e stabilito il nuovo primato della manifestazione sui 500 metri. Purtroppo ha perso il controllo in curva e si è infortunato gravemente, spezzandosi tibia e perone. La sua stagione si conclude qui, ed è un vero peccato perché è un ragazzo splendido e di una serietà unica.

Il pensiero finale si focalizza su una analisi del movimento italiano, soprattutto pensando a quello che fanno all’estero. “Guardando al mio orticello devo dire che i risultati della Bormio Ghiaccio sono in linea con quelli che abbiamo sempre avuto negli ultimi anni. Il movimento italiano, a parte la squadra nazionale, mi sembra in flessione. Purtroppo la differenza con gli altri paesi – che investono risorse e tempo – si fa ogni giorno più ampia, basti pensare che gli allenatori venuti dall’estero erano tutti professionisti, mentre da noi questa cosa accade raramente.”

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